osteoporosi e fitoterapia

equiseto
equiseto

 

 

La prodigalità della natura e i rimedi  che mette a nostra disposizione rendono l’approccio fitoterapico all’osteoporosi un valido ausilio,capace di complementare le terapie allopatiche.

  Le diverse specie vegetali e i fitoderivati delle loro parti, permettono un ampio range di scelta per interventi mirati e diversificati.

L’osteoporosi menopausale,sostenuta dal calo fisiologico degli estrogeni,è sicuramente la forma più diffusa, ma non sono esenti da questa patologia invalidante uomini e soggetti in età giovanile.

La Medicina Ufficiale consiglia, in caso di osteoporosi,l’integrazione alimentare di calcio, anche con supplementazione chimica,abbinata a somministrazione di vit D indispensabile al funzionamento dello ione calcio.

La vit D, contenuta in pochi alimenti (pesce,uova,olio di fegato di merluzzo),necessita dell’esposizione solare per poter essere attivata.

Ma per consentire il normale funzionamento del metabolismo del calcio e quindi la sua fissazione a livello dei nuclei di accrescimento ossei,è necessario integrare alla somministrazione di calcio quella di altri minerali che agiscono da cofattori,quali il magnesio, deputato al trasporto dello ione calcio e la cui perdita è notevole in caso di stress, il rame e  il silicio che catalizzano la fissazione del calcio nei nuclei di accrescimento dell’osso, lo zinco ,il manganese, il boro che garantisce un buon assorbimento del calcio e che spesso è trascurato dalla medicina ufficiale ,oltre chiaramente a vitamine (A;C;E;D;gruppoB etc)

L’azione remineralizzante può essere svolta egregiamente dalle piante; i sali minerali sono parte preponderante del  patrimonio chimico di tutto il mondo vegetale,ma alcune piante ne sono particolarmente dotate e tra queste: l’equiseto,l’erba medica,il fieno greco,l’ortica.

Il sinergismo tra i minerali è assicurato solo da giusti rapporti ponderali ,(per esempio il magnesio deve essere con il calcio in rapporto 1:2), che sono naturalmente rispettati nel mondo vegetale a differenza di quanto succede, talvolta, con le formulazioni farmaceutiche; inoltre, la provenienza dei minerali da piante, ne assicura la biodisponibilità, cioè la capacità di attraversare le membrane  cellulari, perché in natura essi  viaggiano attraverso le strutture cellulari legati a  vettori biologici (zuccheri,grassi,molecole proteiche) Tale meccanismo di trasporto e passaggio attraverso le membrane plasmatiche è comune alle strutture cellulari vegetali e umane; in laboratorio per contro,  diversi sono i Sali sotto la cui forma vengono somministrati i minerali ed a tutt’oggi ancora non sono state individuate le forme più efficaci ai fini della biodisponibilità.

 

Tra le piante su menzionate, l’equiseto, pianta antichissima appartenente alla famiglia delle felci,fin dai tempi di Galeno era utilizzata per le affezioni dell’apparato osteoarticolare e per rinsaldare le fratture.Gli antichi individuavano le virtù terapeutiche delle piante in base alla” teoria dei segni”,ritenevano cioè, che la natura fosse così benevola, da indicare agli uomini i rimedi vegetali e il loro potere terapeutico attraverso particolari forme assunte da foglie,fiori,radici,o altre strutture vegetali, nelle quali ravvisare indizi e suggerimenti rispetto al loro uso, così, il fusto vegetativo dell’equiseto ha una straordinaria somiglianza con la nostra colonna vertebrale da indurre gli antichi all’utilizzo intuitivo di tale pianta per l’apparato osseo,virtù riconosciuta successivamente e documentata da studi scientifici.

L’equiseto ha un elevato tenore  di silicio ed interviene inoltre nei fenomeni di riparazione delle fibre di collagene con evidente risultati anche su capelli,pelle,unghie.

L’osso è costituito per il 70% da materiale mineralico a cui deve la sua resistenza, per la restante parte è costituito da fibre di collagene organizzate in una rete di fibrille : la matrice organica che provvede all’elasticità della struttura ossea; l’utilizzo dell’equiseto svolge dunque un’azione sinergica contribuendo a migliorare resistenza ed elasticità.

 

L’erba medica o alfa-alfa,fin da sempre utilizzata come foraggio, presenta alto potere remineralizzante, la presenza di fitoestrogeni la rende pianta idonea alle donne in periodo pre e perimenopausale anche a scopo preventivo essendo riconosciuto al calo degli estrogeni un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’osteoporosi, sia nel meccanismo di assorbimento intestinale del calcio per via indiretta,sia per l’azione svolta sugli osteoclasti deputati alla distruzione della matrice ossea.

 

La salvia in TM  per la sua spiccata  azione estrogenizzante si associa bene ad altri rimedi antiosteoporotici ,specie per donne in menopausa , per la sua capacità di ridurre le vampate di calore e sedare stati ansioso-depressivi  che spesso accompagnano tale delicata fase della vita.

 

Anche i gemmo derivati (preparati con strutture vegetali giovani e pluripotenti) si prestano bene alla cura dell’osteoporosi.

 il Rubus o Rovo associa all’azione antiosteoporotica un’azione antalgica  per cui si presta alle sindromi dolorose caratteristiche di un processo osteoporotico avanzato nel tempo,è indicato quindi per i soggetti anziani e anche per quelli di sesso maschile,il rovo peraltro, svolge  un’azione efficace nel controllo della glicemia

il gemmoderivato di Abies (abete bianco) pùò essere utilizzato invece, nei casi di osteoporosi giovanile,esso interviene nel processo metabolico del calcio migliorandone l’assorbimento e la funzione ed è infatti il rimedio di elezione nell’infanzia per problemi di rachitismo o scarso accrescimento staturo-ponderale  

 

Utile ,infine una supplementazione con Alghe(da preferire la lacustre Klamath per assenza di iodio)che presentano un equilibrato bilancio di proteine, con tutti i 20 aminoacidi essenziali,un discreto contenuto vitaminico (comprese vitamine del gruppo B) e un carico ingente di Sali minerali, tutti elementi essenziali al buon funzionamento del calcio

 

Ai fini invece di un buon assorbimento intestinale del calcio,potrà essere necessario,talvolta, ristabilire la flora batterica attraverso la ricolonizzazione con fermenti lattici e migliorare la funzionalità delle membrane plasmatiche ricorrendo all’integrazione con acidi grassi essenziali:gli omega 3 estratti dall’olio di pesce e gli omega6 contenuti nell’olio di Enotera e di Borragine

 

Risulta evidente che le piante non sono mai dotate di una sola virtù terapeutica, l’azione del “fitocomplesso”cioè l’insieme dei principi attivi di una pianta,si esplica attraverso più attività, spesso sinergiche tra loro ,ne risulta  che  l’associazione di più rimedi può concorrere a formulare una risposta teraupetica più ampia ed incisiva con una maggior possibilità di modulazione.

 

Infine,va ricordato che, tra i meccanismi che sottendono l’osteoporosi  oltre alla carenza e ad eventuali difetti del metabolismo del calcio,ruolo fondamentale è svolto dal livello di acidificazione tissutale. Il naturale pH dei nostri distretti e tessuti corporei è lievemente alcalino,anche lievi variazioni verso l’acidità mettono in moto meccanismi biologici per cui l’organismo, nel tentativo di tamponare l’acidità dei tessuti ,comincia a richiamare sostanze basiche da altri distretti corporei : il sodio dal muscolo,il calcio dalle ossa.

L’acidificazione tissutale ha più cause ma in larga misura è legata al nostro stile alimentare e all’eccessivo  introito  di  cibi e prodotti alimentari raffinati (in particolare zucchero bianco e grassi vegetali idrogenati),  proteine animali,latte e derivati ,

spesso, in risposta al consiglio medico di incrementare l’assunzione di alimenti ricchi di calcio,si genera un meccanismo di esagerato consumo di latte e latticini trascurando altri alimenti apportatori di quote anche superiori di calcio(verdure a foglie verdi,semi oleosi,frutta secca,pesce azzurro,legumi,cereali integrali….) e contribuendo così all’abbassamento del pH

Questo circolo vizioso è il  fenomeno definito “il paradosso del calcio”

Diversi studi hanno evidenziato che non esistono sostanziali differenze tra le percentuali di fratture che si verificano nelle popolazioni occidentali (consumatori di latte e derivati)e nelle popolazioni asiatiche, alcuni studi hanno addirittura riscontrato un maggior numero di fratture proprio tra americani,norvegesi,svedesi rispetto alla Cina ,dove un’alimentazione ricca di prodotti a base di soia, peraltro, concorre a ritardare l’appuntamento femminile con la menopausa

Inoltre, è frequente riscontrare in soggetti osteoporotici livelli serici di calcio nel range di normalità,tale quota di calcio circolante deve essere mantenuta per il ruolo svolto nelle funzioni di contrazione muscolare e  battito cardiaco,ne consegue che, la quantità di calcio assunta  con la dieta non può colmare, da sola, la carenza a livello osseo, bisogna piuttosto migliorarne la biodisponibilità privilegiando nella dieta alimenti basici (frutta e verdura) e riservare le integrazioni multi minerali e multivitaminiche in caso di regimi dietetici ristretti.

Va inoltre ricordato che, in tal caso,  un’assunzione eccessiva di calcio ,specie con supplementazione chimica,non è esente da rischi : in età avanzata, il calcio non metabolizzato forma depositi nelle articolazioni,nei tessuti molli,nelle arterie coronariche.

 

 In conclusione ,la fitoterapia nel trattamento dell’osteoporosi ,non può essere disgiunta da un approccio multidisciplinare che prevede corretto stile di vita,rieducazione alimentare ed esercizio fisico.

Attività aerobiche come corsa,aerobica etc che permettono una buona ossigenazione dell’osso, lavorando contro la forza di gravità sono da preferire ad attività come il nuoto per i soggetti più giovani anche a scopo preventivo,quando l’età è più avanzata sono invece da preferire ginnastiche dolci,ginnastiche posturali,esercizi di stretching ,arti orientali e sicuramente per tutti la pratica dello yoga per migliorare il funzionamento articolare e muscolare e ritrovare l’equilibrio psicofisico.

 

Dott.ssa Rossana Di Lauro

 

Relazione al convegno "L'osteoporosi:la ladra silenziosa"

ASL Napoli2  21 gennaio2009